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Luca de Simone
Grande
successo di pubblico e di critica, per la mostra di Pietro
Gauli e Vitaliano De Angelis, che si è da poco
conclusa all'Azienda di cura e soggiorno, in collaborazione
con la galleria Giorgio Ghelfi. Il primo è un pittore
milanese, che ha fortemente amato la nostra città
tanto da dipingerla in un suo vasto ciclo di produzione nel
lontano 1972. Ci sono rimasti i suoi appunti di viaggio, che
colgono un'essenza diversa dei luoghi più suggestivi
di Montecatini, tutta una serie di acquerelli che afferrano
la natura intima della nostra terra. Ci appare una
città tra il fauve e il chimerico sia che egli
ritragga le torri di Montecatini Alto sia gli alberi dei
parchi sia le strutture architettoniche degli stabilimenti
termali. Gauli ha avuto un'evoluzione rimarchevole negli
anni fino ad arrivare ai fiori, ai dipinti che meditano
sull'esistenza umana, sulla vita e sulla morte e infine alla
scoperta di un'altra terra: la Sicilia. A partire dagli anni
'70 le sue tele ritrovano una festosità tutta
mediterranea, una capacità di descrivere eventi
piccoli e popolari, perdendo quasi del tutto le figure in un
vorticoso universo di segni e in un cromatismo acceso.
Alle pitture di Gauli si mescolano le sculture del
fiorentino Vitaliano de Angelis. Interessato alla scultura
contemporanea europea, a partire dal 1956, si reca spesso a
Parigi dove studia artisti antichi e moderni, traendone una
visione plastica personalissima e originale. La sua è
una scultura pulita, moderna, ma, al tempo stesso, classica.
I suoi soggetti preferiti sono i corpi umani anche se
affianca ad essi luoghi, episodi o eventi. Un critico ha
definito la sua produzione «un grande gineceo»,
popolato da Pomone,Veneri, ballerine o giovani donne dai
corpi stilizzati e perfetti che manifestano una disinvoltura
estrosa e un vitalismo spigliato che altro non è se
non l'essenza stessa della vita.

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