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La
Galleria Ghelfi (sotto i Portici del Gambrinus) propone le
opere di Eugenio Galiano, un artista calabrese, che ha al
suo attivo numerose rassegne nelle principali gallerie
italiane e straniere. I fiori nel loro dinamismo di forme e
colori, insieme ai paesaggi e le nature morte sono i
soggetti preferiti da Eugenio Galiano.
Ecco cosa scrive di questo artista Franco Celiotto
nell'elegante volume edito da Ghelfi.
E' stato il delicato poeta Percy B. Shelley, protagonista
dell'epoca romantica inglese assieme a Lord Byron a
ricordarci, malinconicamente, la caducità e la
fragilità del fiore, pronto a morire in un giro di
tempo, a volte brevissimo, soverchiato dall'incalzare della
sorte che poi è la stessa degli uomini. Ma c'è
un modo per rendere eterna la bellezza di un fiore, e
duratura oltre ogni legge, la sua fragranza: quello di
dipingerlo, di fissarlo sulla tela; ma soltanto con
quell'efficacia, quell'amore, quella valenza artistica di
cui anche in tale genere ha dato gran numero di prove il
calabrese Eugenio Galiano, già famoso per i suoi
intensi paesaggi e per i segmenti di "pittura incantata" che
sono le nature morte. Nelle nature morte troviamo la
medesima illuminazione vivificatrice della sua infinita
gamma di paesaggi spesso con la presenza, anche preminente,
accanto ai più disparati oggetti, dei fiori medesimi
come puntuali riscontri e ritorni quasi ad indicare come i
ruoli di tutto ciò che circonda l'uomo nel suo
quotidiano esistere non
siano separati ma al contrario, strettamente associati nello
stesso destino sia pure mantenendo ognuno le proprie
diversità di forma e materia. Tutte le forze
dell'espressione convergono, in Galiano, al centro di un
colloquio intensissimo con la natura sulla scia di una
tradizione viva e vitale, non certo disposta a chiudersi in
se stessa e ad impedire ogni eventuale sviluppo futuro,
apertura che specie taluni quadri rivelano. Ma in ogni caso
è sicuramente il suo impegno cromatico a condurgli il
filo dell'evocazione alla ricerca - si tratti di fiori o
nature morte o di queste e quelli assieme - dello sgorgare
del sentimento e di una speciale nobiltà delle cose,
anche le più umili, private del peso della materia,
verso una elevazione totale, pur conservando le
differenziazioni distinguibili. Si potrebbe parlare di
autentico suo amalgama con la natura quando, spesso,
fisicamente vi si immerge con tavolozza e pennelli, per
coglierne appieno la magia e interpretare la sacrale
solennità nei boschi trionfanti della "sua " Sila,
lungo i torrenti, sulle pendici dei monti e delle colline,
tra quella vegetazione esuberante ai bordi delle campagne
popolate, con i loro cieli, di quelle stesse creature che
poi Galiano ritrarrà nei suoi quadri. In tal modo,
immedesimandosi nella perenne vicenda naturalistica,
affrontando e superando continue esercitazioni dello
spirito, è riuscito a cogliere, attraverso la sua
ricchissima gamma cromatica ma anche la sapienza grafica, la
suggestione di questi amatissimi apporti, con una singolare
capacità di comunicare poesia.

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