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MAGGIO 2016

      Personaggi
        Il Comune ha ricordato l'autrice di libri di notevole valore culturale
     Nori Andreini, la scrittrice innamorata della sua città

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L'Amministrazione comunale ha reso un pubblico omaggio a Nori Andreini Galli, scrittrice, poetessa e redattrice turistica per Montecatini Terme, per tutta la Valdinievole e Pistoia, a circa due anni dalla scomparsa. Pubblichiamo quanto ha scritto Mauro Lubrani sul quotidiano "La Nazione", di cui è stato per molti anni responsabile della redazione di Montecatini.

Ho conosciuto Nori Andreini Galli, quando nei primi anni Settanta, cominciavo a frequentare, da aspirante giornalista, la piccola ed elegante redazione de “La Nazione” situata in viale Verdi nel palazzo dell’Azienda di soggiorno. Era già tra i collaboratori di spicco del giornale ed i suoi articoli uscivano firmati, possibilità concessa allora solo a pochi esterni di riconosciuto valore.  Lei era all’epoca una poetessa e scrittrice molto conosciuta e apprezzata: aveva già pubblicato il libro di poesia Un cerchio d’ansia (1967, Guanda) e poi una delle sue opere più importanti, La grande Valdinievole.
Quest’ultimo volume rimane ancora oggi, a quasi 50 anni dalla sua uscita, un punto di riferimento per chi vuole avere una conoscenza completa di Montecatini e di tutti gli altri Comuni del comprensorio sia che si tratti di turisti che di persone del luogo che vogliono approfondire aspetti storici e culturali dei nostri paesi.
La grande Valdinievole ebbe l’onore di una bella prefazione di Piero Bargellini, senatore e scrittore nonché sindaco di Firenze nell’anno dell’alluvione, che scrisse, tra l’altro: “La signora Nori Andreini Galli ha visto e sa tutto della sua incantevole Valdinievole, additando un castello sospeso ad una ripida costa, una chiesa infrascata fra gli olivi, un ciuffo di capperi scaturente da un muro d’orto, una ninfea galleggiante sull’acqua ferma”.
L’incanto della Valdinievole era suddiviso in dieci itinerari, che, partendo da Montecatini, raggiungevano ogni località con una notevole quantità di notizie geografiche e storiche, artistiche e di costume, curiosità e leggende, ritratti di personaggi, opere d’arte.
Un aspetto non trascurabile era quello della presenza di dieci cartine, ma soprattutto di un’abbondanza di fotografie artistiche (116 in bianco e nero e otto a colori) curate dal professor Guido Biffoli.
Uno stile editoriale che Nori Andreini Galli non avrebbe mai abbandonato e che proseguì per molti anni (circa venti dal 1980 in poi) con l’elegante rivista turistica "Vacanze a Montecatini", dove i testi avevano la stessa attenzione delle fotografie scattate da professionisti di grande valore come Francesco Caturegli, Francesco Rosellini ed Evo Landini.
A sfogliare oggi quelle pagine si viene presi dalla nostalgia e dal rimpianto per una Montecatini che, nel giro di pochi decenni, è radicalmente cambiata. Pochi sono i negozi e le aziende rimasti, che con le loro inserzioni erano un ulteriore arricchimento alle pubblicazioni.
Proprio dello stesso anno del varo della rivista "Vacanze a Montecatini" è la pubblicazione di un altro libro, che rappresenta una pietra miliare per la città. Si tratta di Montecatini del passato prossimo, dove il racconto lascia maggiore spazio alle foto. Nori Andreini Galli presenta “una storia maiuscola e minuscola, che risulta dall’apporto di tutti e non soltanto di qualcuno”. Ci sono interi ceppi di famiglie, vecchie località, strade scomparse, nomi e soprannomi, modi di dire e di pensare. Una storia, che, partita da Pietro Leopoldo, si concludeva al 1940.
Tra i circa venti libri pubblicati, ne spiccano altri due editi da Maria Pacini Fazzi: Ville pistoiesi (1990) e Palazzi pistoiesi (1991), entrambi strenne della Cassa di Risparmio di Pistoia e Pescia. Quello delle ville era un patrimonio pressoché ignorato: “Ad ogni monumento – scrisse nella prefazione Geno Pampaloni – Nori Andreini accompagna uno scenario umano ricostruito sulle fonti storiografiche interpretate con fantasia o direttamente vissuto nel presente”. Nel libro dedicato ai palazzi più significativi di Pistoia e della provincia “il segreto – scrisse Antonio Paolucci – sta nella naturalezza del transito fra il livello erudito e quello letterario”.
Ma quello che ha sempre colpito nelle opere di Nori Andreini era la capacità personale e affascinante di usare un linguaggio descrittivo unico, che faceva apparire alla portata di tutti anche gli argomenti più difficili: si trattava di “un toscano colorito e calzante, così gentilmente metaforico e insieme proprio”.
Nel 1981 abbiamo “rischiato” di scrivere un libro a quattro mani. Quando Nori seppe che stavo lavorando ad un volume su Giuseppe Verdi, mi invitò ad un incontro per capire se potevamo mettere insieme le nostre forze. Ci vedemmo nella sua grande biblioteca, stracolma di centinaia di preziosi volumi, ma capì che il mio progetto era bene avviato ed allora mi diede alcuni consigli e il suo personale augurio. Quando il libro uscì, le consegnai una delle prime copie e qualche giorno dopo mi telefonò per farmi i complimenti.

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