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NOVEMBRE 2001

      Salute
        Una nostra intervista al dottor Hervé Dal Zotto
     La protesi dell'anca dura di più con la ceramica

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Simone Lubrani

Parliamo di argomenti di grande interesse per la nostra salute. Lo facciamo con questa intervista al dottor Hervé Dal Zotto, che a Montecatini svolge la sua attività professionale alla casa di cura «Santa Rita». Parliamo oggi di protesi dell'anca e della sua longevità
Per quale motivo si può migliorare la longevità di una protesi totale di anca?
Il principio stesso di scivolamento fra le due parti che costituiscono la protesi di anca genera una coppia di sfregamento e conseguentemente un'usura. Tale usura riguarda attualmente soprattutto l'inserto di polietilene, il quale può provocare il fallimento della protesi per due meccanismi: l'usura meccanica e conseguentemente la rottura del polietilene; la costituzione di un «granuloma». Infatti le cellule macrofagiche tentano di riassorbire le particelle di polietilene che si liberano in seguito all'usura formando un tessuto aggressivo per l'osso: il granuloma, il quale può essere all'origine di un riassorbimento osseo e di una mobilizzazione della protesi.
Tutti questi fenomeni diminuiscono la durata di vita di una protesi?
Sì: secondo l'uso meccanico che viene fatto, una protesi di anca può durare, salvo complicazioni, dai dieci ai quindici anni.
Ma si potevano prevedere le complicazioni di cui ci ha parlato?
Si, poiché già J. Chanley nel suo libro pubblicato nel 1979 basandosi su venti anni di esperienza evoca questo problema analizzando tre tipi di coppie: metallo/teflon, initilizzabile a causa dell'usura del teflon; metallo/polietilene, utilizzata per numerosi anni; ceramica/ceramica, per la quale l'esperienza all'epoca era insufficiente.
Chi ha sviluppato la coppia in ceramica?
Il merito va a Boutin il quale, già prima del 1979, aveva dato inizio alla sperimentazione.
Quali sono i suoi vantaggi attuali?
La coppia ceramica/ceramica, cioè con testa ed inserto in ceramica, risolve numerosi problemi: quello dell'usura; infatti le ceramiche attuali si consumano di meno di 1 mm ogni 20 anni; quello del granuloma: poiché le particelle rilasciate sono infinitamente meno numerose e poiché la ceramica è meno tossica del polietilene; quello della coppia di sfregamento: molto inferiore rispetto alle altre al punto che si può arrivare a dei diametri di testa superiore (32 mm) senza pericoli, migliorando così la stabilità.
Effettivamente, di cosa è composta questa ceramica? Non è un po' fragile?
Si tratta di un ossido di alluminio, ed effettivamente le prime ceramiche potevano rompersi sotto l'effetto di un trauma, mentre attualmente il miglioramento tecnico rende questa complicazione molto rara.
Si tratta allora di una protesi perfetta?
Sfortunatamente no, poiché la ceramica risolve un problema che è quello dell'usura, anche se è vero che in assenza di problemi di fissazione della protesi si trovano delle protesi con coppia in ceramica che hanno venti anni. Si può dunque onestamente sperare in una durata che possa raggiungere i trenta anni. Ciò consentirebbe di attuare un intervento di protesi su persone giovani con più serenità anche se comunque con prudenza.

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