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NOVEMBRE 2001

      Salute
        Nostra intervista alla dottoressa Francesca De Giorgio
     Come si può combattere l'artrosi

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Luca de Simone

Nella rubrica riservata ad argomenti di medicina e di salute questa volta ci occupiamo dell'artrosi, una malattia che coinvolge tantissime persone. Approfondiamo l'argomento con questa intervista alla dottoressa Francesca De Giorgio, che a Montecatini svolge l'attività di remutaloga alla Casa di cura Santa Rita.
Attrosi è un termine molto usato nel linguaggio comune, ma cosa significa esattamente?
L'artrosi o osteoartrosi è una malattia articolare cronica che colpisce la cartilagine, tessuto che ricopre i capi articolari con il compito di ammortizzare, distribuire il peso e permettere lo scorrimento delle superfici articolari. L'osteoartrosi è considerata una malattia molto diffusa, indubbiamente la più comune tra le malattie reumatiche. La sua frequenza aumenta con l'età e colpisce i due sessi in eguale misura.
Quale è la causa di questa malattia appunto molto diffusa?
La causa è ancora sconosciuta; attualmente si ritiene che vari fattori contribuiscano all'insorgenza dell'osteoartrosi, fra i quali i più importanti sono l'invecchiamento, la predisposizione ereditaria, i traumi, le attività professionali e sportive, l'obesità, le artriti. Questi fattori favoriscono, in qualche modo, la precoce usura e di conseguenza la degenerazione della cartilagine articolare.
Come si presenta?
Il dolore è il primo sintomo ed il più importante poiché induce il paziente a rivolgersi al medico. Nella fase iniziale della malattia è di modesta entità e talora compare come semplici fitte dolorose soprattutto all'inizio del movimento, scompare a riposo ed è assente nelle ore notturne, si accentua o compare con l'affaticamento e risente degli eventi meteorologici come l'umidità ed il freddo. Nell'osteoartrosi avanzata ed in particolare a livello dell'anca e del ginocchio, il dolore è presente anche durante il riposo e nelle ore notturne.
Cosa accade successivamente?
In questa fase compaiono deformità scheletriche e limitazioni funzionali. Le lesioni artrosiche purtroppo non sono reversibili per cui l'osteoartrosi non può evolvere in guarigione. Può dare invalidità soprattutto quando colpisce le anche e le ginocchia determinando ostacolo alla deambulazione e anche solo alla stazione eretta.
Cosa si può fare per prevenire o ritardare l'evoluzione clinica della malattia?
In primo luogo è importante rimuovere fattori di rischio come il sovrappeso, le asimmetrie scheletriche, le alterazioni metaboliche (ipercolesterolemia, iperuricemia, iperglicemia), ed eventuali attività lavorative o sportive che inducono lo stesso movimento articolare sotto sforzo.
Come si può curare?
La terapia farmacologica ha come obbiettivo quello di combattere il dolore per permettere al paziente di svolgere le proprie attività quotidiane, ritardando il più possibile gli esiti invalidanti della malattia. Ai farmaci antidolorifici si associano quindi dei farmaci condroprotettori la cui azione è quella di proteggere la cartilagine. Un ruolo importante è svolto anche dalla terapia fisica e termale con l'applicazione di calore nelle varia forme a scopo antalgico (ultrasuoni, radarterapia, baineoterapia, fanghi).

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