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MAGGIO 2012

      Cultura
        Nel 2013 ricorre il bicentenario della nascita del Maestro che per 18 anni è stato ospite di Montecatini
     Un monumento da dedicare a Giuseppe Verdi

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Roberto Pinochi

Il 2013 si prospetta come un anno di grandi appuntamenti per Montecatini. La mondanità e l'eleganza di Miss Italia si abbineranno con il fascino e l'agonismo dello sport, e il Campionato del Mondo di Ciclismo occuperà la prima fila fra gli eventi di richiamo internazionale. Due altre occasioni non possono essere però messe in sordina, e Montecatini dovrà adoperarsi a ogni livello per onorare anniversari memorabili. Cominciamo, per fare qualcosa di diverso, dal secondo: nel 2013 cadrà il centenario della creazione del caffé concerto Gambrinus, cioè l'allestimento del loggiato da parte dell'architetto Giulio Bernardini e l'istituzione ufficiale dell'arena per la musica. Nel giugno del 1913, infatti, "il bar", come venne velocemente battezzato, aprì i battenti sotto il loggiato della Locanda Maggiore. Non dubitiamo che la ricorrenza sarà celebrata degnamente, ripercorrendo la fase iniziale del locale per giungere al periodo di massimo splendore, negli anni '60-70, quando si alternavano sulla sua pedana gli artisti italiani più famosi.
L'anniversario che rivestirà un significato più profondo è però il bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi. Sarà bene non dimenticare che quando il Maestro arrivò a Montecatini (meglio, ai Bagni) alla fine di giugno 1882 le Terme stavano quasi per dichiarare bancarotta: il bando dell'Intendenza di Finanza della Provincia di Lucca che metteva all'asta per 29 anni fonti, stabilimenti, locande, magazzini (deposito cauzionale di 50.000 lire) al canone d'affitto annuo di 24.000 lire per il primo decennio, era già andato deserto per due volte. Pochi intravedevano l'affare, ma quando Verdi sbarca dal treno alla stazione dei Bagni per la prima volta provenendo da Firenze la musica (è il caso di dirlo) cambia repentinamente: tutti vogliono ammirare il Maestro, incrociarlo per strada e alla fonte, magari sfiorarlo passeggiando, bere l'acqua che lui beve mantenendosi giovanile e attivo. Montecatini spicca il volo, le offerte per la gestione si moltiplicano, fra le tante anche quella del commendator Cirio di Napoli.
Non ripetiamo qui la storia che ne seguì, con alti e bassi che però sfoceranno, alla fine del secolo, nello splendido periodo delle Terme legato al nome di Pietro Baragiola, Giulio Bernardini, Pietro Grocco. Come può ora Montecatini sdebitarsi seppur parzialmente della predilezione che Verdi ha mostrato per quasi un ventennio per la città, contribuendo con la sua presenza all'esaltazione delle acque e alla diffusione del nome di Montecatini in Italia e nel mondo? Già oltre un secolo fa, dopo la morte del Maestro, gli uomini più illustri della città, e gli amici di Verdi che con lui si ritrovavano ai Bagni (gli scultori Giulio Monteverde e Raffaello Romanelli, Antonio Mordini, Menotti Garibaldi) avevano proposto di innalzargli un monumento da inserire nel parco, perché potesse continuare a vegliare bonariamente su Montecatini e sui suoi ospiti.
Ancora oltre mezzo secolo fa, nel 1952, il professor Francesco Giugni (insieme a Giosuè Pacini, che di Verdi era stato solerte accompagnatore) al termine di un congresso europeo di medicina svoltosi a Montecatini, auspicava che "la memoria di Giuseppe Verdi sia mantenuta viva a Montecatini…erigendogli una statua di bronzo che lo rappresenti come fu visto qui per tanti anni, col cappello a larga tesa, il giacchettone nero a doppio petto, l'ombrello di cotone a manico ricurvo…il Sindaco di Montecatini, la Società delle Terme, quella degli albergatori e tutti gli Enti della città accoglieranno certo l'invito per la realizzazione di questo doveroso ricordo a Giuseppe Verdi…" Sono passati invano altri decenni, ma stavolta non possiamo tirarci indietro, troppo coinvolgente dovrà essere la ricorrenza del bicentenario per mancare l'occasione prospettata ormai in troppe circostanze vanamente. E' il momento che Montecatini si ricordi del suo ospite più illustre e fedele, e ne illustri la memoria con un monumento degno del "cigno di Busseto".


 

 

 

 

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